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Pronti per la prima volta?

Arrampicata sportiva: dalla palestra alla roccia

9 minuti di lettura
Scalare su roccia per la prima volta: un sogno per chi ha già fatto esperienza nell'arrampicata indoor. Il nostro autore di Bergzeit Franz Güntner ha messo insieme per voi tutto quello che dovete considerare, quali attrezzature e che tipo di preparazione vi serviranno per passare dalla palestra all'arrampicata su roccia.

Avete già effettuato le prime manovre, potete mettervi in sicurezza e conoscete i nodi? Bene, allora vi porteremo su roccia! Affinché sappiate cosa aspettarvi e non vi comportiate accidentalmente come un elefante in un negozio di porcellane, abbiamo messo insieme sette consigli per la vostra prima volta sulla roccia. Ricordate: arrampicare su roccia è diverso da farlo in palestra.

Equipaggiamento: per andare in falesia serve più materiale

Arrampicatore in falesia
Le palestre indoor non sono male, ma fuori è tutta un’altra cosa | Foto: Franz Güntner

Avete preparato rapidamente lo zaino: scarpe, imbrago, assicuratore, sacchetto della magnesite, corda. Questo vi basterà per fare qualche tiro in palestra, ma per scalare su roccia avrete bisogno anche di altra – importante – attrezzatura:

  • Casco: è importante sia per scalare in sicurezza in caso di volo, sia quando si fa sicura per proteggersi dalla eventuale caduta di sassi.
  • Rinvii: in palestra i rinvii si trovano già in loco, ma in falesia troverete solo spit/fix nei quali inserire i moschettoni per far passare la corda. 10-15 rinvii devono far sempre parte del materiale di uno scalatore. Non importa quali; come principiante puoi prendere anche quelli più economici o comprarne un set: l’importante è averne, senza non si può scalare!
  • Corda: per la roccia, le normali corde da palestra sono di solito troppo corte. In falesia di solito si usa un modello dinamico da 70/80 metri.
  • Moschettoni: hai bisogno di due moschettoni a ghiera in aggiunta ai rinvii e al discensore.

Altra attrezzatura:

Know-How: saper scalare non basta

Scalare in parete non richiede solo una corretta tecnica d’arrampicata, ma sono svariate le cose che bisogna imparare a fare per scalare outdoor in sicurezza. Non solo bisogna imparare a riconoscere gli appigli e gli appoggi, che non sono colorati come in palestra (ma sono per lo più tutti dello stesso colore grigio alle nostre latitudini), ma bisogna anche imparare subito come utilizzare correttamente i rinvii e come infilarci la corda per progredire fino alla catena.

Iniziamo dai rinvii: questi sono costituiti da due moschettoni collegati da una fettuccia di tessuto, quasi come in palestra. Di regola, un moschettone può muoversi più liberamente dell’altro. Uno – quello più libero – va nello spit, l’altro invece è quello in cui si infila la corda. È importante che i rinvii siano sempre utilizzati esattamente allo stesso modo: quando il moschettone è a contatto con lo spit, il metallo sfrega contro il metallo, creando piccole scanalature e crepe. Se la corda viene infilata in questo moschettone può venire danneggiata. Altrettanto importante: usare sempre i rinvii in modo tale che l’apertura punti dalla direzione opposta rispetto a quella di caduta-salita. In caso contrario, può succedere che in fase di caduta la corda esca dal moschettone.

Scalare si, ma bisogna anche imparare a tornare a terra

Come dice Mauro Corona, “dalla vetta si può solo scendere”. In questo caso, la cima dell’arrampicatore è la catena, l’ultima sosta del tiro. Importante differenza rispetto alla palestra: alla fine del percorso non c’è il tetto della sala, ma spesso alberi o il cielo. Quindi, una volta arrivati in vetta, bisogna smettere di salire. Di solito questo è facile, perché c’è per esempio un grande anello resinato o due punti di sosta collegati con una catena. Purtroppo non tutte le vie di arrampicata sono dotate di uno o anche due moschettoni alla fine, come in palestra. La maggior parte delle volte si trova solo un anello attraverso il quale si deve infilare la corda, tramite una “manovra” che è bene conoscere prima di avventurarsi su roccia.

Corso di arrampicata su roccia: perché sì

Probabilmente avete già completato un corso di scalata da secondi e un corso avanzato in palestra – perché non farne uno per scalare su roccia? Muoversi sulla roccia, trovare le prese, assicurare, legarsi la corda all’imbrago…ci sarebbe molto da dire e ciò che va detto è così essenziale che non lo si dovrebbe leggere da un testo. Quindi: non rischiate troppo e piuttosto iscrivetevi a un corso.

È importante avere qualcuno che sia preparato, che ti mostri pazientemente come fare e ti dia un feedback su quello che stai facendo. Di solito i corsi di arrampicata su roccia durano qualche giorno – così si ha il tempo di imparare un sacco di cose utili, divertirsi arrampicando all’aperto e spesso trovare nuovi partner di arrampicata che sono disposti – come a te – a fare il “grande passo” e iniziare a scalare su roccia.

Climber in parete
Un corso di arrampicata su roccia è un’ottima idea, riceverete consigli e suggerimenti utili da professionisti. | Foto: Franz Güntner

Gestione del rischio: dipende tutto da voi

In palestra c’è l’obbligo, per i gestori, di garantire la sicurezza delle vie. Ciò significa che il tracciatore è responsabile di assicurarsi che i rinvii reggano, che non si rompa nessuna presa e che non si scivoli in una pozzanghera mentre ci si dirige verso il muro. Tutto questo non esiste in ambiente naturale.

Sassi che si rompono, spit rotti o mal posizionati, soste mancanti, zone ai piedi della parete a rischio di caduta, la salita e la discesa in generale: qui il rischio è completamente nelle vostre mani. Anche se chi ha realizzato la via ha messo uno spit in modo errato e questo esce durante una caduta, la responsabilità sarà comunque su di te. Per cui: approcciate la parete con un occhio attento e ricordate che fuori siete in un “terreno d’avventura” – anche se attraverso le cime degli alberi si intravede un paese abitato.

Iniziare con il piede giusto

arrampicatore su leggero strapiombo
Valutare il rischio nell’arrampicata outdoor è fondamentale | Foto: Franz Güntner

L’arrampicata dovrebbe essere divertente, far bene al corpo e alla mente e dare una sensazione positiva. A seconda del percorso e della forma del giorno però può anche capitare di ricevere qualche batosta. Anche le sconfitte fanno parte di questo sport, ma è possibile che non si voglia sperimentarle proprio la prima volta. Per la vostra prima uscita, quindi, cercate di trovare una palestra di roccia che sia il più possibile simile alla sala indoor: protezioni buone e vicine, vie piuttosto corte e molte vie facili. C’è tempo per mettersi in gioco.

E come si possono trovare queste informazioni?
In un libro, una cosiddetta guida all’arrampicata sulla quale l’autore elenca le aree, fornisce informazioni sulle protezioni e l’esposizione e descrive le vie. Non esagerate all’inizio e date al vostro corpo e alla vostra mente la possibilità di abituarsi alle nuove condizioni: mentre quando si arrampica al chiuso di solito si può vedere la via nella sua interezza e sapere che dopo ogni metro c’è una protezione, questo non succede quando si osserva una via di roccia. Maggiore distanza tra i rinvii, percorsi che non salgono su dritti ma seguono la conformazione della roccia, e anche prese e appoggi non sempre visibili: fuori è diverso!

Inoltre, il nome della via non è sempre scritto alla base della parete. Quindi potreste dover cercare degli indizi e confrontare la realtà con i disegni della vostra guida all’arrampicata. Tutto sommato, una giornata all’aperto richiede molta più conoscenza ed esperienza di una serata in palestra di arrampicata.

 

Conservazione della natura e galateo dell’arrampicata: a chi appartiene la falesia?

La risposta è semplice: non a te! Pertanto è necessario comportarsi di conseguenza.
Ecco alcuni consigli:

Arrampicatore su roccia verticale
Il rispetto per la natura e per le attrezzature è una parte fondamentale dell’arrampicata outdoor. | Foto: Franz Güntner
  • Utilizzare i parcheggi ufficiali o quelli descritti nella guida all’arrampicata. Di solito sono concordati con i proprietari dei terreni dove è situata la falesia.
  • Lo stesso vale per l’accesso: si prega di rimanere sui percorsi descritti.
  • Arrampicare durante il giorno, fare festa la sera – e non il contrario: la musica (anche a volume basso) in falesia può disturbare gli altri. Anche se si sta arrampicando si è lì per rilassarsi nella natura e godersi un po’ d’aria buona.
  • A proposito di aria buona: sei un fumatore? Rispetta chi non fuma allontanandoti quando accendi la sigaretta e ricorda: senza fumo, non puoi che migliorare nella scalata.
  • Il posto per la spazzatura che trovi o che produci è nel tuo zaino, non a terra.
  • Vuoi portare il tuo cane in falesia? Nessun problema, basta ricordare che non a tutti piacciono i cani – e alcuni ne hanno persino paura. Potete ben immaginare che queste persone non siano molto attente mentre vi stanno assicurando, quando il vostro soffice terrier lecca delicatamente i loro polpacci. Quindi, per favore, prendetevi cura del vostro cane e tenetelo al guinzaglio. Anche le rassicurazioni del “Non farà nulla” di solito non calmano l’ansioso. E in falesia c’è solo una cosa di cui bisogna aver paura: le lunghe cadute.
  • Anche l’utilizzo della magnesite non è sempre privo di problemi: togliete i segni dopo aver finito di scalare e di tenete presente che in alcune zone (ad esempio nella Svizzera sassone) la magnesite è vietata perché dannosa alla roccia.

Conclusione provvisoria: in realtà, la maggior parte degli spot d’arrampicata appartengono a qualcuno – di solito un agricoltore o una comunità. Il rapporto tra i proprietari e gli arrampicatori è spesso difficile, non dovreste rendere ancora più complesso questo rapporto con le vostre azioni.

Oltre ai proprietari, ci sono anche la flora e la fauna: anche loro sono proprietari della falesia e a volte noi arrampicatori dobbiamo stare lontani per preservarli. Poi ci sono le chiusure: come una palestra di arrampicata, a volte anche la parete è inaccessibile. Ma questo succede non perché qualcuno sta pulendo le prese, ma perché si devono lasciare in pace gli animali. Ad esempio durante la nidificazione degli uccelli.

Ci sono chiusure di singole pareti o di intere aree in diversi periodi dell’anno. Se una parete è chiusa, bisogna assolutamente evitare di andarci. In caso contrario le conseguenze non riguarderanno solo voi, ma forse anche l’intera comunità dell’arrampicata. Ad esempio quando una falesia viene chiusa per sempre. Quindi, meglio aspettare qualche settimana o qualche mese e andare in un’altra zona fino ad allora, no?

Come si fa a sapere se e quando una falesia è chiusa? Una bella domanda! Potete trovare questo genere di informazioni sulla guida all’arrampicata della zona o sul web.

arrampicata su roccia
Gli sforzi dell’arrampicata ne valgono l’avventura! | Foto: Franz Güntner

Perché arrampicare su roccia?

Lunghe cadute, niente musica, uccelli fastidiosi – dopo la lettura di questo articolo non hai più voglia di arrampicare all’aperto, vero? Fantastico! Questo è esattamente ciò che volevo ottenere con questo articolo: per me, come appassionato arrampicatore, non c’è niente di meglio che avere la roccia tutta per me. Quindi, per favore, rimanete in palestra, fuori non è davvero così bello, come tutti pensano sempre. No, sul serio: è troppo fico! Quando vedrai la luce del sole filtra re attraverso le cime degli alberi, l’aria fresca del mattino ti riempirà i polmoni e sentirai il tintinnio dei tuoi rinvii al tuo imbrago, saprai di cosa sto parlando.

Vi metterete le scarpe, toccherete la roccia fresca e aderente, noterete le diverse conformazioni delle prese, cenge e fessure nella roccia e dopo il primo metro da terra vi chiederete perché non siete sempre stati qui.

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