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Gli itinerari più belli dell'alpinismo

L’ascesa del Piz Buin attraverso la via normale

6 minuti di lettura
Questo itinerario alpinistico tecnicamente facile e relativamente breve conduce attraverso il ghiacciaio dell'Ochsental fino alla cima del Grande Piz Buin - un'avventura varia e con una vista impressionante.

Il Grande Piz Buin (3.312 metri) è la montagna più alta del Vorarlberg e la terza montagna più alta del gruppo Silvretta. Siatuata al confine tra l’Austria e il cantone svizzero dei Grigioni, con una posizione centrale sulla cresta principale del Silvretta, questa montagna è una meta di alto livello particolarmente apprezzata dagli alpinisti.

Curiosità:

  • “Piz Buin” (“Buìn” l’accento è sulla i) è retoromanzo e significa “testa di bue”: la regione era ed è ancora oggi utilizzata per il pascolo.
  • Il Piz Buin fu asceso per la prima volta il 14 luglio 1865.
  • È anche l’eponimo di una nota crema solare, che un chimico ha sviluppato dopo essersi scottato al sole quando ha scalato la montagna nel 1938.

Punto di partenza: la Wiesbadener Hütte

Un aplinista appeso in una palestrina di roccia
Allenamento nella palestra di roccia del Wiesbadener Hütte. Il rifugio è il punto di partenza di diversi tour alpini, tra cui il Piz Buin. | Foto: Ben Weiler

Partendo da Partenen (Svizzera) o Galtür (Austria) e prendendo la strada alpina del Silvretta (strada panoramica stupenda ma a pagamento: nel 2020 auto a 16,60 euro e camper a 23,50 euro) si può raggiungere, dopo infiniti tornanti, il passo di Bielerhöhe a 2.032 metri. Il Bielerhöhe, con il lago artificiale color smeraldo del Silvretta, è un’apprezzata meta escursionistica e il punto di partenza per numerose escursioni e tour alpinistici.
Lasciamo la macchina al Bielerhöhe e cominciamo a camminare in direzione della Wiesbadener Hütte (2.443 metri): seguiamo prima il lungo sentiero del lago artificiale del Silvretta a est e poi attraversiamo la valle Ochsental. Con una salita moderata arriviamo in 2,5 ore al rifugio Wiesbadener Hütte (2.443 metri). Essendo il punto di partenza già piuttosto elevato, si sono percorsi solo 411 metri di altitudine.

Trascorriamo il pomeriggio nella palestra di roccia, che dista solo 200 metri circa dal rifugio, e la sera ci godiamo una gustosa cena con la migliore vista sulle cime del Piz Buin e del Silvrettahorn e sull’impressionante ghiacciaio dell’Ochsental. La Wieasbadener Hütte con la sua posizione strategica è un punto di partenza ideale per diversi altri tour alpinistici nella Silvretta come la Dreiländerspitze, l’Ochsenkopf o la Tiroler Kopf. L’offerta è molto varia ed è accessibile sia ai principianti che agli alpinisti esperti.

La Wiesbadener Hütte ai tempi del Coronavirus

Dal 21.7.2020 la Wiesbadener Hütte è aperta anche ai pernottamenti con norme di igiene ben precise da rispettare. Le distanze di sicurezza tra o materassi sono aumentate, le camere singole e quelle a più letti possono essere prenotate normalmente. Potete scoprire cosa è ancora disponibile nella pagina di prenotazione del rifugio.

Ascesa del Piz Buin tramite la via normale

Gli itinerari in alta quota che partono dal rifugio Wiesbadener Hütte sono (rispetto alla maggior parte degli itinerari in alta quota dell’arco alpino occidentale) relativamente brevi, pertanto la colazione viene offerta solo a partire dalle 6:00 del mattino. Ci rimettiamo in cammino quindi solo verso le 6:20 del mattino dopo l’alba e possiamo lasciare le lampade frontali nel nostro zaino.

Un sentiero ben segnalato ci porta ad attraversare un grande ghiaione e un torrente glaciale in direzione sud-ovest verso il Grüne Kuppe. A causa del continuo ritiro del ghiacciaio e del conseguente pericolo di caduta delle rocce, negli ultimi anni la via normale si è spostata qui:

  • Un tempo si saliva via il Vermuntgletscher e la Wiesbadener Grätle e (ancora fino a qualche anno fa) si andava a sud del Grüne Kuppe in modo più diretto attraversando le frange del ghiacciaio dell’Ochsentaler.
  • Oggi si deve fare la circonvallazione nord del Grüne Kuppe e raggiungere così il punto di corda alle cascate orientali del Silvrettahorn (2.590 metri) in modo più protetto passando però su ghiaioni ed enormi massi.

Dopo aver indossato i ramponi ed esserci legati creando così la nostra cordata, abbiamo affrontato il ghiacciaio dell’Ochsental salendo dapprima piuttosto ripidamente seguendo delle serpentine e poi più piano spostandoci sul bordo occidentale del ghiacciaio, dove il bacino è meno profondo. Da qui abbiamo proseguito in maniera abbastanza diretta, facendo attenzione ai pochi crepacci (visibili), verso il Buinlücke (3.054 metri) – la tacca prominente tra il Piccolo Piz Buin e il Grande Piz Buin. Entriamo quindi nella cresta nord-ovest e seguiamo le vie di arrampicata su massi di varie dimensioni. Il sentiero ci conduce sul fianco nord-ovest e diventa più esposto con l’aumentare dell’altitudine.

Vista sul ghiacciaio
Salendo in mezzo al ghiacciaio – il cosiddetto Buinlücke è una conca imponente tra il Grande e il Piccolo Piz Buin. | Foto: Ben Weiler

Un camino di II grado (secondo la scala UIAA) si presenta a noi: è facilmente superabile con tecniche base di arrampicata, ma in caso di necessità si può fissare una corda su dei chiodi fissi. Questo punto chiave può teoricamente essere aggirato anche un po’ più a sinistra tramite una rampa. Dopo il breve punto di arrampicata, affrontiamo la salita finale (con passi ben evidenti di arrampicata su un grande ghiaione) per arrivare alla croce di vetta del Piz Buin (3.312 metri). Raggiungiamo la nostra meta dopo circa 4 ore dal rifugio.

La discesa come la salita

Un alpinista sale un canalone
Facile arrampicata prima della salita finale al Piz Buin – può essere evitata passando su una rampa. | Foto: Ben Weiler

Dopo un breve riposo iniziamo la discesa, che corrisponde alla via di salita. Scendiamo di nuovo giù per il camino non assicurati, mentre vediamo altre cordate (soprattutto le cordate accompagnate) calarsi. Al Buinlücke ci mettiamo di nuovo i ramponi e ci leghiamo di nuovo formando una cordata. Poco dopo essere entrati nel ghiacciaio, si alza una fitta nebbia e comincia a piovere. Scendiamo a nord-ovest verso il Silvrettahorn e sul bordo occidentale del ghiacciaio fino al punto di corda.

Grazie ad una pista battuta dal passare degli alpinisti, l’orientamento nel ghiacciaio non presenta alcun problema. Se non ci fosse stata una traccia ben visibile o se non fossimo stati su un punto frequentato del ghiacciaio, avremmo dovuto orientarci con altimetro, mappa e bussola. Proseguiamo oltre la Grüne Kuppe fino alla Wiesbadener Hütte (dopo 7,5 ore) e da lì si torna alla Bielerhöhe (dopo 9 ore).

Dati dell’ascesa al Piz Buin

  • Avvicinamento in macchina: dall’Austia: Gartür – Biehlerhöhe oppure dalla Svizzera: Partenenen – Biehlerhöhe
  • Classificazione dell’itinerario: Escursione in alta quota tecnicamente facile,
    Attenzione: ghiacciaio ricco di crepacci, il punto di arrampicata (camino) può essere evitato passando a sinistra (rampa)
  • Difficoltà: Poco difficile, II
  • Durata del tour:
    • Salita a Bielerhöhe fino al rifugio Wiesbadener Hütte: ca. 2,5 ore
    • Salita al rifugio Wiesbadener verso il Piz Buin: ca. 4,5 ore
    • Discesa Piz Buin fino al rifugio Wiesbadener Hütte: ca. 3 ore
    • Discesa Wiesbadener Hütte a Bielerhöhe: ca. 1,5 ore
  • Dislivello:
    • Bielerhöhe (2.032 metri) – Capanna Wiesbadener (2.443 metri): 411 metri di dislivello positivo
    • Capanna Wiesbadener – Piz Buin (3.312 m) : 869 m di dislivello positivo
  • Pernottamento: Wiesbadener Hütte
  • Attrezzatura: attrezzatura da alpinismo >> Lista attrezzatura alpinismo
Panorama sul ghiacciaio del Piz Buin
La conca dell’ochsentaler Gletscher caratterizzata da moltissimi crepacci – la si deve attraversare per raggiungere il Piz Buin. | Foto: Ben Weiler

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